Origine
Non sono ancora chiare le origini dell'asino bianco dell'Asinara, ma alcuni studi propongono un'origine in loco[1][2].
Come l'asino domestico, è probabile che provenga da incroci con sottospecie africane; è stata ipotizzata un'importazione dall'Egitto, voluta dal marchese di Mores, nobile sardo che nel 1775 si fece assegnare il ducato dell'isola da Amedeo II di Savoia[3]. In alcune parti del mondo, come nell'isola dell'Asinara, si è rinselvatichito, dando vita a popolazioni libere non controllate dall'uomo. Di fatto, coabita l'isola con asini dall'aspetto della razza Asino Sardo (con colorazione del mantello grigia), la quale storicamente veniva allevata principalmente nelle località di Padria, Pozzomaggiore, Alà dei Sardi, Mara, Romana, Villanova Monteleone, e in qualche zona nel Campidano e nell'Iglesiente.
Protezione
Nonostante non compaia nella lista delle specie protette dalle leggi regionali, un decreto ministeriale del 27 luglio 1990 lo ha inserito nel "Registro Anagrafico delle Popolazioni Equine riconducibili a Gruppi Etnici Locali", facente parte di un progetto del CNR finalizzato alla "Difesa delle Risorse Genetiche delle Popolazioni Animali".
La tutela dell'intero Parco Nazionale dell'Asinara e delle sue fauna e flora, ma anche delle acque circostanti (tra cui una zona Santuario dei Cetacei) è competenza dell'Ente Parco omonimo.
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