Le grotte del Bue Marino sono delle grotte litoranee situate nel territorio del comune di Dorgali nella costa orientale della Sardegna. Devono il loro nome dall'appellativo in lingua sarda della foca monaca, mammifero marino ritenuto ormai scomparso dalla zona a causa della eccessiva pressione antropica.
Lunga ben 15 chilometri, dopo un ingresso in comune, la grotta si dirama i due distinti tronconi: la parte nord e quella sud. Nella parte nord l'attività carsica è cessata mentre è ancora attiva nel ramo sud, quello dove è aperto al pubblico un percorso lungo 900 metri. La parte visitabile è formata da un'ampia galleria ed è ricca di stalattiti e stalagmiti che si specchiano nelle acque limpide di un ampio lago sotterraneo salato (oltre 1 chilometro di superficie, ritenuto tra i maggiori al mondo) e formando effetti cromatici con molteplici tonalità.
Questo settore termina nella spiaggia delle foche, luogo nel quale la foca monaca si riproduceva e luogo nel quale le acque dolci alimentate da vari fiumi sotterranei si mescolano con l'acqua del mare. L'antro continua ancora per diversi chilometri all'interno dell'altopiano carsico del Supramonte, con ambienti ritenuti molto belli dagli speleologi subacquei.
La grotta è importante anche dal punto di vista archeologico. Su una parete della parte iniziale sono state rinvenute delle incisioni rupestri risalenti alla cultura di Ozieri rappresentanti una danza intorno ad un particolare intaglio ritenuto dagli studiosi una rappresentazione del disco solare. Sono raggiungibili via mare e il porto più vicino è quello di Cala Gonone, oppure con una camminata di 50 minuti.
A seguito di una esplorazione effettuata nel mese di Giugno 2016 da un gruppo di Speleosub, è stata effettuata la congiunzione con le grotte de Su Molente, Monte Longos e Su Palu, unendola al complesso carsico della Codula di Ilune, per un totale di 76 km che gli vale il primato italiano di grotta più lunga percorribile.
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