mercoledì 12 settembre 2018

Cervo Sardo

Origine

Pur essendo una sottospecie piuttosto diversa rispetto al cervo europeo, l'origine del cervo sardo è da considerarsi artificiale, ed attuata, da parte dell'uomo, nell'ultimo periodo dell'età del bronzo (1200-700 a.C.).
L'origine del cervo sardo-corso rappresenta ancora oggi un mistero e la sua importazione si giustificherebbe per la presunta utilità che l'animale avrebbe potuto recare all'uomo, in particolare nell'ambito sacro-rituale[1]. Si ritiene infatti che questo ungulato possa aver destato un interesse casuale o di generica utilità, oppure come specie venatoria, tanto da garantirgli un passaggio in Sardegna o in Corsica (in concomitanza o in precedenza rispetto ad altre specie venatorie come il daino sardo e la lepre sarda, anche se il cervo presente in Sardegna è di origine europea, mentre il daino proviene dal Vicino Oriente e la lepre dall'Africa). Favorito anche dalle selve e dalle rigogliose foreste che ricoprivano le due isole, l'animale si è successivamente diffuso uniformemente su tutto il territorio.
Tra la fine dell'Ottocento e soprattutto i primi decenni del Novecento, in concomitanza con la forte deforestazione, l'intensificarsi della caccia e degli incendi pastorali, il cervo ha visto ridursi notevolmente sia la propria densità distributiva, sia il proprio areale, nonostante la prima legge del 1939 che imponeva in Sardegna il divieto totale di caccia al cervo.

Distribuzione e habitat

Predilige le fitte foreste di macchia mediterranea alta e la boscaglia. Gli areali di diffusione sono ancora limitati e localizzati a specifiche aree, seppure in costante espansione, grazie a mirate reintroduzioni.[2]

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