La foca monaca mediterranea (Monachus monachus Hermann, 1779) è un mammifero pinnipede della famiglia delle foche.
È una specie minacciata di estinzione, di cui sopravvivono in natura meno di 700 esemplari.
Conservazione
La fortissima diminuzione delle popolazioni, dovuta prevalentemente all'intervento umano, ha ridotto questi pinnipedi a piccoli gruppi familiari e individui isolati. L'unico luogo del mondo dove la specie è presente in numero sufficiente per formare ancora una colonia è Cabo Blanco, in Mauritania.
Secondo una stima dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura della foca monaca sopravvive una popolazione di appena 600-700 esemplari: circa 200 concentrati nell'Egeo e nel Mediterraneo sudorientale, 20-30 nel Mar Ionio, 10-20 nel Mare Adriatico, una decina nel Mediterraneo centrale, dai 10 ai 20 nel Mediterraneo occidentale e meno di 300 in Atlantico. La specie è pertanto da considerarsi in rischio di estinzione.
La Società Zoologica di Londra, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera Monachus monachus (anche nota come Foca Monaca) una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.
La specie è inserita nella Appendice I della Convention on International Trade in Endangered Species (CITES).
Nel 1987 per salvaguardare la colonia di foche della grotta del Bue marino, nel golfo di Orosei, fu varato un decreto, firmato dal ministro dell'ambiente Mario Pavan che vietava la pesca e la navigazione con qualsiasi mezzo nel golfo stesso[16], decreto di fatto annullato dal successivo governo[senza fonte]. Nonostante le molteplici minacce, gli sforzi per la conservazione hanno dato frutti, infatti la popolazione è in continuo aumento e nel 2015 l'IUCN ha spostato la specie da in pericolo critico a in pericolo.
In Italia la specie è particolarmente protetta ai sensi della legge dell’11 Febbraio 1992.
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