venerdì 14 settembre 2018

Tharros

Tharros (in latino Tarrae, in greco antico Thàrras, Θάρρας) è un sito archeologico della provincia di Oristano, situato nel comune di Cabras, in Sardegna. La città si trova nella propaggine sud della penisola del Sinis che termina con il promontorio di capo San Marco. Nel 2016 l'area archeologica ha fatto registrare 105 738 visitatori.

Storia

Il toponimo, di origine protosarda, viene ricondotto ad una radice mediterranea *tarr- [2]. La stessa base si ritrova, ad esempio, nel toponimo Tarrài (Galtellì) o, fuori dall'isola, Tarracina (Lazio) o Tarraco (Hispania Citerior)[3].
La città fu fondata dai Fenici nell'VIII secolo a.C. nei pressi di un preesistente villaggio nuragico dell'età del bronzo[4]. Il villaggio protosardo di Su Muru Mannu, sopra il quale fu impiantato il tofet, venne abbandonato pacificamente dai suoi abitanti che, stando ai dati archeologici, collaborarono con i fenici alla costruzione del nuovo centro urbano[4].
Successivamente, sotto la dominazione cartaginese, la città venne fortificata e ampliata e conobbe un periodo di floridezza economica con l'intensificarsi dei rapporti commerciali con l'Africa, la penisola iberica e Massalia[4]. Tharros in epoca punica fu forse la capitale provinciale.
Conquistata da Roma nel 238 a.C., all'indomani della prima guerra punica, pochi decenni dopo (215 a.C.) fu uno degli epicentri della rivolta anti-romana capeggiata da Ampsicora. In età imperiale ci fu un intenso rinnovamento urbanistico con la costruzione delle terme, dell'acquedotto e la sistemazione della rete viaria con lastricato in basalto[5]. La città ottenne lo status di municipium di cittadini romani[6].
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, Tharros, governata prima dai Vandali e poi dai Bizantini e vessata dalle incursioni saracene, entrò progressivamente in una profonda crisi che porto all'abbandono del sito intorno al 1050[5][7]. Prima del suo abbandono Tharros fu anche la capitale del giudicato di Arborea; la giudicessa Nibata o il giudice Orzocco I de Lacon-Zori trasferì ad Oristanola sede vescovile e l'intera popolazione tarrense. Celebre è il detto (riportato per la prima volta dal Mattei) "e sa cittad'e Tharros, portant sa perda a carros", letteralmente "dalla città di Tharros portano le pietre a carri (in grandi quantità, ndr)", a dimostrazione del fatto che Oristano venne fondata con i resti materiali dell'antica colonia fenicia.

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